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Quartine in bicicletta

Alessandro Ricci lo avevamo già presentato giorni fa assieme a Matteo Pelliti (di cui riparleremo presto). L’ho conosciuto l’anno scorso a Portogruaro in occasione della prima edizione di Ciclomundi il festival del viaggio in bicicletta organizzato dagli amici di Ediciclo.

Avevo visto sparse qua e là alcune borracce con dentro deliziose poesie e mi sono messo a cercarlo proprio seguendo la sua originale disseminazione. Ho scoperto così che scriveva quartine a tema bicicletta e che le pubblicava (e ancora lo fa) sul blog Factory, per il diletto di tutti coloro che la bicicletta la amano e la usano. Lo abbiamo intervistato.

Quando ti venuta in mente l’idea di esprimerti in versi ciclabili e come hai maturato il proposito e la disciplina necessaria a realizzare il progetto?

Un paio di anni fa, qui a Pescara, ci davamo da fare con Critical Mass. Insieme con il mio coinquilino di allora curavo l’invio delle mail e degli sms per la convocazione delle pedalate. Ad un certo punto, per scherzo, per ispirazione, abbiamo cominciato ad inventarci rime disparate e strampalate, senza tenere conto della metrica o della struttura: le mail venivano meglio in rima. E durante le scorribande cittadine a pedali, ci si divertiva a chi ne sparava di più. Poi c’è stato uno stop di Critical Mass, ma nella testa quelle rime continuavano a girare. Ora, sono fortunato, faccio un lavoro che mi piace e che mi permette di scrivere ogni giorno (non solo in rima!). E siccome pedalo ogni giorno, in città, in escursione o in strada, così, all’improvviso, è nata l’unione fra scrittura e bicicletta, con le rime strutturate meglio. Cronologicamente, le prime quartine appuntate su taccuino risalgono a circa un anno e mezzo fa. Perché quartine, non so, sono venute così. Mi sono sempre divertito a scrivere cose in rima, a fare giochi di parole. A pensarci, la quartina mi dà l’idea della pedalata, anche quando non si tratta di endecasillabi perfetti. Del resto, pedalare è un continuo cambio di ritmo.

Qual è o quali sono le quartine a cui tieni di più e perché

Sicuramente la prima pubblicata sul blog nella rubrica “I lunedì a pedali”. Perché è una sorta di dichiarazione di intenti e perché di matti ne ho incontrati, ma quelli in bici sono sempre i più simpatici e assurdi:

Aver perso allegramente le rotelle
qui è sintomo di evoluzione:
sostenuti da forti pedivelle
avanziamo lieti anche col fiatone

Poi questa:

La bici è metafora di vita
in discesa pianura o salita
è questione di cambio di rapporti
e risultati da come ti comporti

Perché? Perché la bici è metafora di vita

Ma anche questa che mi fa pensare al ciclismo nobile, che è difficile credere esista ancora.

Stretti i denti e affannoso il petto
sulla faccia una sola grande ruga
chi pedala non solo per diletto
scatta dal treno al momento della fuga

e poi quest’ultima

A frotte in coppia o solitarie
d’estate colorano il paesaggio
verso rotte montane o arenarie
sulla sella altra cosa è il viaggio

Perché….sulla sella altra cosa è il viaggio. Inoltre, sono molto legato a quelle di ambientazione urbana, fra traffico e incroci. Che poi è la situazione che tocca al ciclista in Italia.

Quando e dove scrivi? Come nascono? Hai un punto d’arrivo o vai finché ne hai…

Nascono in sella alla bici. In continuazione. Mentre pedalo, che sia per poco in città o su distanze più lunghe, mi diverto ad ascoltare i suoni della bici, a guardarmi intorno. Ad annotare il freddo, la pioggia, o il sole e la sete. O semplicemente l’aria. E tutto diventa rima. All’ispirazione segue poi il lavoro da taccuino. Mi siedo, scrivo e riscrivo. Passano l’esame solo quando le rileggo a voce alta e mi piace come suonano. Punti di arrivo…per ora vado avanti così. Ne ho ancora un bel po’ da pubblicare sul blog.

0 Comments

  1. Belli i tuoi versi! Questi e altri prodotti sono la prova che la bici genera idee ed energia positiva.

     

  2. Visle v predmestí Varšavy (rieka široká ako Hron) a vyčkala kým Nemci zrovnajú Varšavu zo zemou a až potom ju „oslobodila“ (americké letectvo pre podporu potrebovalo letiská za východným frontom na tankovanie benzínu pre spiatočný let).Trpkú príchuť pre povstalcov mala skutočnosť, že ČA, spolu s čsl. armádnym zborom gen. Svobodu dobyla za veľkých strát Duklu počas povstania, postup zastavila a nevyužila možnosť dostať sa do Maďarska a k Viedni skokom. Volila okľuku cez Rumunsko.(Už za povstania sa tradoval výrok partizánskeho náčelníka štábu Asmolovova „vy sa neoslobodíte ,my vás oslobodíme“). Rovnako sa Američania museli zastaviť v Plzni a nesmeli oslobodiť povstaleckú Prahu. Nakoniec ju oslobodila tzv. Vlasovova armáda zostavená Nemcami z ruských zajatcov. Na definitívne oslobodenie sa muselo čakať na presun ruských tankov od Drážďan. Pomoc akcie UNRRA bola predobrazom Marshalovho plánu z roku 1947. Americká vláda investovala obrovské prostriedky na obnovu hospodárstva Európy. Východné štátu museli ponuku odmietnuť. Stalin to osobne zakázal predsedovi čsl. vlády, komunistovi Gottwaldovi.

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