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Il test del Corsera

Se vi siete persi gli articoli del Corriere di Bologna di domenica scorsa, vi consiglio di leggerli direttamente sul sito (qui, qui e qui). In pratica quelli del Corriere hanno fatto una prova. In tre orari di punta hanno percorso tre tragitti cittadini piuttosto comuni con 4 mezzi diversi (auto, autobus, moto e bici) valutando tempi, vantaggi e svantaggi. I tragitti presi in esame?
Dalla stazione alla fiera alle 9 del mattino, da Piazza VIII Agosto a Piazza Liber Paradisus alle 13 e da Porta San Donato a Porta Saragozza alle 18.
Risultato? Il bus è quello più lento. Dal traffico non lo salvano neanche le corsie preferenziale, che insieme a Sirio e Rita hanno sì scoraggiato gli automobilisti a usare il mezzo privato, ma senza riuscire a farli salire sui bus. Infatti sono moto e scooter i vincitori della garaperché consente di fare percorsi più snelli e di trovare un posto dove metterla“.
Un primato che condividerebbero con la bici se non fosse che in alcuni tragitti usare questo mezzo diventa, secondo il servizio, problematico in quanto a sicurezza.
E qui ci sia consentito chiosare questa insistenza sul tema della sicurezza del ciclista (che rimane un tema vero) e l’assenza di considerazioni di analogo tenore sullo scooter e la moto.
Lo scooter è in assoluto il mezzo di trasporto più pericoloso e mortale in città e non lo diciamo noi ma le statistiche consolidate da oltre 10 anni.
Perché non si parla della pericolosità dello scooter? E’ uno strabismo curioso con effetti devastanti sulla percezione del rischio di tanti genitori che per paura, evitano di mandare i propri figli a scuola con la bicicletta, per poi dotarli di scooter (senza neppure le competenze di guida apprese in bici) appena diventano adolescenti. Disastroso. 

Ma torniamo al test del Corsera.dove si racconta che sul percorso “San Donato – Saragozza” dove a parte l’aria insalubre, “la strada è poco illuminata e una bici (senza lampeggiante), risulta poco visibile. Bisogna fare anche attenzione alle auto che scambiano i viali per una pista di Formula 1 e passano da una corsia all’altra senza neanche usare la freccia“.
Oppure su quello tra stazione e Fiera, una zona “da auto dal clacson facile,  da scooter che cercano di infilarsi ovunque e da pedoni che sfidano il giallo portandosi dietro le valigie“.

Infine si prosegue con la cronaca da cardiopalma: “Il ponte (di via Stalingrado, ndr) è un vero e proprio gran premio della montagna su scala ridotta e la discesa richiede attenzione e freni efficienti, per fortuna ad agevolarci c’è la mini-corsia ciclabile. Al semaforo successivo siamo costretti a una gimcana fra le auto che non rispettano le corsie, e la ripartenza al verde è molto rischiosa. Anche il breve tratto di via Stalingrado che siamo costretti ad attraversare è insidioso. Dopo poche centinaia di metri imbocchiamo viale Aldo Moro e arriviamo alla Fiera. Il tutto in 12 minuti“.

Chiosiamo anche qui: 12 minuti dalla stazione alla fiera sono tanti e sapete perché? Perché il percorso della bici è identico a quello della moto a passa dai viali (vedi foto sopra) per poi salire sul ponte di via Stalingrado dove un ciclista poco allenato ci lascia il fiato. Ma perché non fare invece il ponte di Galliera molto più dolce e raggiungere la stazione lungo la ciclabile recente e in sicurezza di via Algardi?
Vi assicuro che passando di lì la bici vince e vince in molti altri percorsi se si è un po’ allenati, si conoscono le ciclabili, e si smette magari di fare i percorsi codificati “con la testa” dell’automobilista o del motociclista.
Per non dire di piccoli provvedimenti a vantaggio del ciclista  che tardano ad arrivare. Ci riferiamo ad esempio ai percorsi contromano già in uso in molte città e anche a Bologna come in via Riva Reno, utilissima per raggiungere in fretta il cinema Lumiere arrivando dalla zona universitaria.
Infine una domanda? Ma per l’auto il tempo lo si è calcolato tenendo conto anche della fase di parcheggio? Ah! Saperlo!

Marco Trotta

0 Comments

  1. Ciao,

                 alcune considerazioni.

    Non è la prima volta che sono stati fatti questi rilevamenti, sarebbe cosa interessante poterne paragonare i metodi e i risultati, per vedere come sono cambiate le realtà nel tempo.

    Una cosa mi piacerebbe sapere, possono essere considerati scientifici, ovvero per esserlo quali procedure si dovrebbero utilizzare ?

    Per es. in medicina quando si testa un farmaco, ad un primo gruppo di malati si somministra il nuovo farmaco, ad un secondo un farmaco fittizio, per verificare l’effetto placebo, dicendo a tutti  che si tratta del nuovo prodotto e per essere sicuri che nemmeno tramite la comunicazione non verbale involontaria non possa passare alcuna informazione, non solo i pazienti ma nemmeno i medici sanno quale sia il gruppo che prende il nuovo farmaco e chi no.

    Nel caso di questo tipo di rilievi si è fatto qualcosa di simile ?

    A questo proposito vorrei segnalare che sul sito della Fiab ho visto un’altra ricerca di questo tipo, commissionata alla Federazione Amici della Bici dalla rivista Panorama.

    In diverse città italiane gli amici della bici locali, quindi che conoscevano le strade e i tracciati, hanno portato a termine l’esperimento, anche qui, si possono paragonare i risultati ?

    Grazie, ciao

  2. ciao a tutti,

    vanno bene questi test ma se anche la bici impiegasse 10 min in piu’ cosa cambierebbe? Volete mettere il piacere di pedalare e godersela e non fare rumore? Poi si parla di 10-15 min che sono un’inezia, pinzellacchere!

    ciao stefano

  3. Il sistema sperimentale che si usa in medicina si chiama doppio cieco, i pazienti non sanno se stanno usando un medicinale o un placebo (pillolina di zucchero) e nemmeno i medici devono sapere a chi stanno dando cosa (ovviamente da qualche parte ci deve essere, sotto chiave, la “chiave” dell’esperimento).

    Buffa l’idea di applicare questo metodo alla mobilità urbana: in pratica si dovrebbero prendere un po’ di persone che non sanno se sono ciclisti o automobilisti e metterli alla guida di un mezzo che non sanno se è una bici o un’automobile… e guardare l’effetto che fa!

    Scherzi a parte, per fare dei confronti di questo genere è indispensabile che chi va in bici sia pratico delle piste e delle strade della zona (io vado in bici a Bologna ma solo in alcune zone, altre per me sono terra incognita) e lo stesso per chi va in auto, con l’aggravante che qui bisogna essere pure pratici dei posteggi e delle relative tariffe e modalità di pagamento… Insomma siamo lontani dalla Scienza e molto vicini al Giornalismo…

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