Giro d’Italia in Bolletta [5]
Le tappe di montagna mettono più a dura prova i ciclisti o gli automobilisti?
Non per sminuire l’eroica propensione di chi va a caccia di passi dolomitici pedalando, però anche farsi la traversata in macchina da Agordo fino a Bolzano, passando per il San Pellegrino, il Costalunga e il Nigra, è un’impresa di tutto rispetto. Con l’aggiunta che se la fai in bicicletta arrivi distrutto e ti senti un eroe. Così invece ti senti una merda, quando trascini le tue membra flaccide col volante in mano schivando le migliaia di cicloamatori al margine della strada.
Fosse per me oggi fermerei i corridori del Giro e darei la maglia rosa a tutti i panzoni con le vene varicose che scalano l’erta dell’Alpe di Siusi indossando maglie ipertecnologiche di tre misure più piccole. Loro sono il ciclismo!
La ciurma di pedalamatori è talmente estesa che gli organizzatori decidono di chiudere a tutte le auto accreditate l’ultima salita. Si parcheggia presso la funivia, e si sale in colonna insieme ai tifosi. Con la sola differenza che loro pagano 10 € un andata/ritorno. Noi privilegiati esibiamo il pass ed entriamo a scrocco…
L’economia di giornata è salva!
Arrivati in cima, cerco il Quartiertappa e la Sala Stampa, sapendo che lì troverò vettovaglie gratis per me e per i miei amici. Poichè si trovano a 2 km di distanza, sul cucuzzolo di una montagna (in teoria ci si doveva arrivare in macchina…) decido di riscattare la mia squallida vita di automobilista e mi metto in marcia! Un’ora di cammino serrato, sudore carico di tossine e di pastasciutte maldigerite. Disgelo fangoso, prati marci di acque gelide. E il Sassopiatto scalato solo pochi mesi fa sembra il Nanga Parbat con tutta quella neve.
Sotto rimbomba lo speaker di Rete105, con tutta la sua prepotente ignoranza e il suo umorismo carico di luoghi comuni da bagaglino.
Per un attimo il Giro d’Italia in Bolletta non esiste più.
Per un quarto d’ora dimentico questa esperienza alienante e ritorno Guido Foddis.
Poi un tavolo carico di speck e puzzone di Moena, pane con i cereali, yogurth e succo di mela mi ricorda che non c’è tempo da perdere. Devo mangiare il più possibile e portare giù manciate di sto bendiddio gratis agli altri sfigati cui sono affratellato!
Non per sminuire l’eroica propensione di chi va a caccia di passi dolomitici pedalando, però anche farsi la traversata in macchina da Agordo fino a Bolzano, passando per il San Pellegrino, il Costalunga e il Nigra, è un’impresa di tutto rispetto. Con l’aggiunta che se la fai in bicicletta arrivi distrutto e ti senti un eroe. Così invece ti senti una merda, quando trascini le tue membra flaccide col volante in mano schivando le migliaia di cicloamatori al margine della strada.
Fosse per me oggi fermerei i corridori del Giro e darei la maglia rosa a tutti i panzoni con le vene varicose che scalano l’erta dell’Alpe di Siusi indossando maglie ipertecnologiche di tre misure più piccole. Loro sono il ciclismo!
La ciurma di pedalamatori è talmente estesa che gli organizzatori decidono di chiudere a tutte le auto accreditate l’ultima salita. Si parcheggia presso la funivia, e si sale in colonna insieme ai tifosi. Con la sola differenza che loro pagano 10 € un andata/ritorno. Noi privilegiati esibiamo il pass ed entriamo a scrocco…
L’economia di giornata è salva!
Arrivati in cima, cerco il Quartiertappa e la Sala Stampa, sapendo che lì troverò vettovaglie gratis per me e per i miei amici. Poichè si trovano a 2 km di distanza, sul cucuzzolo di una montagna (in teoria ci si doveva arrivare in macchina…) decido di riscattare la mia squallida vita di automobilista e mi metto in marcia! Un’ora di cammino serrato, sudore carico di tossine e di pastasciutte maldigerite. Disgelo fangoso, prati marci di acque gelide. E il Sassopiatto scalato solo pochi mesi fa sembra il Nanga Parbat con tutta quella neve.
Sotto rimbomba lo speaker di Rete105, con tutta la sua prepotente ignoranza e il suo umorismo carico di luoghi comuni da bagaglino.
Per un attimo il Giro d’Italia in Bolletta non esiste più.
Per un quarto d’ora dimentico questa esperienza alienante e ritorno Guido Foddis.
Poi un tavolo carico di speck e puzzone di Moena, pane con i cereali, yogurth e succo di mela mi ricorda che non c’è tempo da perdere. Devo mangiare il più possibile e portare giù manciate di sto bendiddio gratis agli altri sfigati cui sono affratellato!