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Le cadute in Velib di Cristina Rosati

Certo questa immagine è un po’ forte, ma quando l’ho vista nel numero di questa settimana della rivista satirica Charlie Hebdo mi sono ricordata la prima cosa che mi hanno detto appena arrivata a Parigi: “Vuoi usare i Velib? Stai attenta!” Attenta a cosa? E poi un giorno, mentre passeggiavo placidamente sotto una pioggia leggera che quasi tutte le sere viene ad allietare la ville, ho sentito un gran tonfo e di seguito schiamazzi e grasse risate. Guardo in strada dove si è formato un capannello, al centro un Velib accartocciato per terra e un ragazzo dolorante al suo fianco. Ed è stata solo la prima di una lunga serie di incidenti che ho visto capitare a chi forse con un po’ di leggerezza decide di usare le biciclette pubbliche. Il problema è che i vélo sono decisamente più pesanti delle biciclette normali, con un grande baracchino al centro del manubrio che potrebbe portare a perdere l’equilibrio. E poi le gomme sono spesso lisce per l’usura e i freni non sempre in ottimo stato. Ma questi non credo che siano problemi veri, è chiaro che bisogna sempre controllare il mezzo prima di prenderlo in affitto. Il vero problema è che il momento di maggior utilizzo delle bici è la notte, spesso la notte profonda, per tornare a casa dopo una serata passata a bere Kir e birre aromatizzate agli sciroppi di frutta: l’equilibrio è quindi perduto già al debutto e guidare i Velib non è proprio semplice come andare in bicicletta…

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