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Vogliamo anche noi un Ken Livingstone!

È ora di mettere un freno alla circolazione motoristica a Bologna, e non parlo del centro storico ma dell’intera area urbana. I numeri parlano chiaro, troppi motori accesi, troppi veicoli a motore fermi e in circolazione, troppi danni alle persone per incidenti e inquinamento atmosferico, troppo rumore e degrado della qualità della vita. I risultati ottenuti a Londra dopo quattro anni di “congestion charge” cioè di tariffazione della circolazione su un’area grande quanto Bologna dicono che il traffico automobilistico è diminuito del 36% e che al contempo i percorsi fatti in bici sono aumentati del 49% e sono destinati a crescere ancora dopo le recenti dichiarazioni del sindaco Ken Livingstone che parla di 500 milioni di sterline: mica chiacchiere. Come si legge su Eco delle Città Livingstone  mira a cambiare le abitudini dei londinesi e sta per varare una tariffazione progressiva che penalizza fortemente i veicoli al crescere delle dimensioni e della cilindrata fino a tassare i SUV ben 25 sterline al giorno se vogliono mettere il muso in città (compresi quelli dei residenti).

La congestione si combatte solo a colpi di tariffe, non è possibile che i viali di circonvallazione di Bologna siano ridotti ad un’autostrada a sei corsie completamente gratuita e completamente intasata di lamiere per tutto il giorno e buona parte della notte. È su queste faccende che si misura l’assoluta inefficacia della gestione Cofferati/Zamboni in merito al miglioramento delle condizioni di vita in città, altro che punkabbestia. Il piano traffico attualmente in vigore non promette nulla di buono, anzi non dà alcuna speranza: parlare di biciclette che passano dal 7 al 9% in una città che per le biciclette è praticamente l’ideale, vuol dire non credere in altro che ai motori a scoppio. Abbiamo bisogno di misure radicali, di idee nuove e di persone diverse per governare i cambiamenti, il tempo è tiranno e bisogna muoversi in fretta prima che sia tardi. A Bologna in questi ultimi anni abbiamo perso tempo ed è ora di smetterla. (Vittorio Marletto, [email protected])

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