Anni 50 di Giancarlo Da Lio
Ricordo i cugini del centro storico veneziano venire in campagna con la filovia a trovare i parenti. Una delle prime cose che facevano era impossessarsi delle biciclette e pedalare all’impazzata. Un pedalare strano. Tenevano il manubrio con le braccia rigide e all’inizio era un pedalare incerto,un po’ dondolante. Qualcuno finiva o sulla siepe che delimitava gli orti o per terra. La strada non era ancora asfaltata. Ma per nulla intimoriti si rialzavano e continuavano a pedalare incuranti di come avrebbero ridotto il vestito buono. In tutto questo colpiva la loro gioia, la loro energia e soprattutto una caparbietà nello sperimentare il pedalare con una sola gamba o altra acrobazia. Ora l’interesse dei pochi ragazzi del centro storico veneziano è rivolto ai motorini. La stessa differenza tra andare a voga e a motore.
Giancarlo Da Lio