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The Art of Cycling

Bello ‘sto libro. Divertente, interessante, intelligente. Esteticamente curatissimo, pieno di informazioni e di humour.  Un vero affare, per meno di 15 dollari. Sto parlando di “The Art of Cycling”, sottotitolo “A Guide to Bicycling in 21st Century America”, di Robert Hurst (abbiamo già parlato di un altro suo libro), riedito un paio d’anni fa da Falcon in una nuova veste molto elegante, dopo la prima uscita del 2004 (allora si intitolava “The Art of Urban Cycling”). Dice Hurst nella conclusione che “la vita è troppo bella per passarla in macchina” e che “bisogna comportarsi bene con gli altri utenti della strada, poveretti”. Chiaro che è un libro per chi la bicicletta l’ama molto, e che dovrebbe sapere già tutto quel che c’è scritto nel libro. Eppure persino leggere dettagliatamente come si ripara una foratura, scritto nello stile di Hurst è uno spasso, e si impara sempre qualcosa di nuovo (per esempio io non sapevo perché si deve grattare la camera d’aria con la carta vetrata, pur sapendo che va fatto). Con un prefazione entusiastica di Marla Streb, campionessa mondiale di downhill, il libro è comunque soprattutto una guida turistica, una guida al paese della bicicletta. Un paese pieno di traffico e di pericoli, ma anche esilarante per il godimento che procura la libertà assoluta. Leggerete la storia delle origini (mai pedante, sempre stimolante) e conoscerete la verità: la bicicletta, quella vera, con la catena, i pedali al centro e la trazione posteriore, è stata inventata a Coventry, in Inghilterra, da un certo John Kemp Starley nel 1885. Ma solo quando Dunlop, quattro anni dopo, la dotò del primo pneumatico, divenne chiaro che quell’attrezzo aveva un futuro e scoppiò l’età d’oro del ciclismo. Vi immergerete in un dettagliatissimo trattato di sicurezza stradale, dove tutti i pericoli urbani sono analizzati e per ciascuno si propone una soluzione. Vi convincerete (o quasi, nel mio caso) che il caschetto è indispensabile, ma che bisogna portarlo pensando di averlo dimenticato a casa, senza mai abbandonare la prudenza e l’attenzione. I Insomma, cercasi urgentemente traduttore in italiano e casa editrice desiderosa di venderlo ai ciclisti urbani d’Italia.

Vittorio Marletto

0 Comments

  1. Su Amazon è “Currently unavailable”… e allora perché diavolo scrivono che ce ne sono 13!!!!

  2. Preso su Amazon.co.uk

  3. Si potrebbe proporre ad Ediciclo.

    Giuseppe

  4. Chiaro che è un libro per chi la bicicletta l’ama molto, e che dovrebbe sapere già tutto quel che c’è scritto nel libro.

    “bisogna comportarsi bene con gli altri utenti della strada, poveretti”



    Secondo me ci sono tanti anche tra i ciclisti che non hanno capito che i dipendenti della macchina  sono più grandi vittime della politica spagliata che di noi che usiamo già la bicicletta. Certo che bisogna comportarsi sempre bene non mica vogliamo essere come gli automobilisti ;). 

    “L’ ingorgo della strada e della mente”

    http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/09/ingorgo_della_strada_della_mente_co_9_060709067.shtml

    “Stress da traffico? Attenti anche ai Problemi Sessuali”

    http://www.clicmedicina.it/pagine%20n%2023/stress_traffico.htm

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