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Raccontare con la bicicletta

Per raccontare la Human Motor di ieri era necessario pedalare. Era necessario esserci dentro. E’ quello che ha fatto Benedetta Aledda che, interpretando in modo inedito la sua professione di giornalista, ha di fatto inaugurato la via del reportage a emissioni zero. Anche per questo la ringraziamo.

Almeno duecento persone hanno partecipato alla Human Motor che nel pomeriggio di sabato 6 dicembre ha percorso le strade di Bologna a “emissioni zero” – “tranne il sudore”, precisava qualche cartello. Quando i ciclisti pedalano insieme, in bicicletta, tandem o monociclo, e in compagnia di qualche skater, sulle strade urbane le proporzioni e i ruoli abituali si rovesciano. Le piste ciclabili, dove ci sono, non bastano e le biciclette prendono l’intera carreggiata, mettendo in pratica uno dei motti più diffusi delle critical mass: “Siamo noi il traffico”.
Il cambiamento di prospettiva fa imbestialire un umano alla guida di un motore a scoppio: ce l’ha con i ciclisti, perché rallentano la sua marcia; 

qualcuno prova a fargli notare che non è peggio di trovarsi imbottigliati fra veicoli a benzina, visto che le bici non rilasciano ossidi né particolato. Uno scooterista, lo sguardo anfetaminico sotto al casco, accelera impaziente: “Devo andare con urgenza in farmacia, come la mettiamo?”. Un ciclista con berretto di lana resiste con sorriso paziente alle sue accelerate: “Bene, allora spegni il motore e fai questi cinque metri che ti separano dalla farmacia!”, gli suggerisce, ottenendo all’istante l’effetto voluto.
Nella strada diventata pista ciclabile gli automobilisti si sentono spaesati. Qualcuno reagisce in modo inconsulto, come una signora che, al volante della sua utilitaria, poco prima del passaggio a livello sotto il ponte di via Libia, invade la corsia opposta, approfittando di un momento in cui è vuota; ma poco dopo, per non schiantarsi contro le auto che sopraggiungono, deve rientrare nei ranghi, cosa che non manca di fare bruscamente, rischiando di mettere sotto qualche ruota a propulsione umana. Poco prima, invece, un automobilista è riuscito a piegare con la sua ruota anteriore quella posteriore di una bicicletta, mentre la coda della critical mass da via Pelagi svoltava in via Massarenti. L’incidente ha bloccato il traffico per qualche minuto, ma nessuno ha deciso di aspettare a motore spento di riprendere la marcia.
L’episodio è avvenuto fra due tappe speciali della Human Motor: la collocazione di due ghost bike. Per qualche minuto tutto si congela: si bloccano i pedali, gli slogan, i campanelli, i fischietti e le canzoni. Dal carretto costruito nella ciclo-officina Ampio raggio, che si trova dentro al centro sociale XM24, sono state scaricate due biciclette verniciate di bianco e corredate di cartello-lapide.
Una è stata assicurata con lucchetto in via Mezzofanti, all’incrocio dove, il 9 maggio 2008, è morta una ciclista di 66 anni, travolta da un camion che svoltava a destra in via Masi. L’altro fantasma di bicicletta è stato fissato a poche centinaia di metri di distanza, sul ponte di via Libia, dove, il 27 maggio 2008, un ciclista di 72 anni è stato ucciso dall’auto che gli stava dietro in salita.

La pedalata riprende. Ogni tanto, ai bordi della strada, qualcuno chiede: “Per che cos’è questa protesta?”. “Non è una protesta, è una passeggiata con mezzi che non inquinano”, spiega una ciclista. Un altro pedalatore, davanti allo sguardo rapito di chi ammira le prodezze di un giocoliere sul monociclo, chiarisce: “Non siamo un circo!”.
È vero, non è un circo, ma vedere la strada piena di biciclette anziché di auto e motorini fa l’effetto del carnevale. “Solo-ca, solo-ca, solo calorie, noi bruciamo solo calorie”, cantano donne e uomini arrivati davanti alla Fiera cittadina, dov’è in corso quel Motor Show a cui i ciclisti rispondono con il loro Human Motor, un motore che non ha bisogno di derivati dal petrolio e non sporca le città e i polmoni. Il cioccolato, invece, è un ottimo propellente e lo intuiscono al volo i promoter che stanno distribuendo cioccolatini di un una marca nota ai visitatori – soprattutto giovani maschi vestiti di scuro, che alle 18 escono dal XXXIII Salone internazionale dell’auto e della moto.
Dall’altra parte della strada, un gruppo di ventenni, impomatati e stretti nei nodi delle loro sciarpe, grida un insulto volgare ai ciclisti; una ragazza dà due pedalate e si avvicina loro: “Non vi stiamo simpatici?”. “Non dicevamo a voi”, si schermiscono prontamente, e uno, ostentando improvviso interesse aggiunge: “Cosa fate?”. “Pedaliamo”, fa la ciclista didascalica, “Non hai mai usato una bicicletta?”.

Di nuovo sulle bici, verso il centro da cui sono partiti qualche ora prima. Prudenza, perché gli autisti, pur di arrivare primi a un semaforo rosso, arroterebbero chiunque! “Bì-bì!”, fanno le macchine impazienti. “Se ti piacciono le bici, suona il clacson!”, risponde un cartello. Scacco matto. Si passa davanti alla stazione. “Bici gratis sul treno!”, invoca qualcuno. Poi via Amendola e qualche giro di rotonda in piazza dei Martiri, sogno proibito nelle pedalate quotidiane in solitaria; infine via Marconi, via Riva Reno, via Indipendenza, cantando, sulle note dell’Uva fogarina, “Ah com’è bella l’aria di Bologna, ah com’è bello poterla respirar!”, sotto gli sguardi rapiti dei bambini affacciati dai portici.

0 Comments

  1. Sul Manifesto di domenica 7 dicembre in penultima articolo di Giusi Marcante da Bologna sulla pedalata Human Motor, con citazione anche del nostro blog. Siamo (quasi) famosi, complimenti a tutti noi. Ciao, Vittorio

  2. Carissimi ciclisti amanti dell’ecologia della natura e della bicicletta buongiorno charlotte home mortgage,allora mi ripresento mi chiamo maurizio deleonardis e sono un ex ciclista con la passione per l’energia pulita e l’energia alternativa io penso a questo punto dell nostro percorso di vita che siamo arrivati ad un inizio di un lungo percorso che ci portera’ ad avere energie alternative che potranno salvare il pianeta da l’effetto del buco dello zono che con il riscaldamento della terra e dei mari sta’ portando sempre di piu’ il pianeta columbus home mortgage alla rovina ieri sera mentre rientravo dal lavoro pensavo a cosa fare per d’are il mio contributo giornaliero al mio pianeta che lo sento ogni giorno piu’ vicino e sofferente dentro di me inanzitutto faccio ancora i complimenti a voi tutti e anche un pochino anche a me che quando andavo in bici non inquinavo ma poi purtroppo dopo l’incidente del 22 novembre con la mia macchina mezza distrutta non ho potuto andare piu’ in bici ringrazio ancora voi tutti per avermi dato momenti bellissimi che ho scoperto che non solo in mare dove io andavo a veleggiare ma anche a pedalare potevo riscoprire senzazioni cosi belle con la natura che ti circonda e ti accarezza dolcemente con qualche foglia cadente sul tuo viso vabbe lasciamo perdere il romanticismo e ritorniamo all’uscita second mortgage con il mio cane insomma mentre ero a passeggio mi fermo in un negozio e mi va la vista su un magnifico pannello fotovoltaico che la nasa si propio la nasa usa ancora su i satelliti vabbe insomma visto che noi usiamo le luci e molte volte abbiamo bisognio di cambiare le bartterie e gettarle perche’ invece non ricaricarle con energia solare? io penso che una aggiuntiva a quello che fate voi e che facevo anchio e che ancora lo faccio in minima parte potra essere ancora piu’ utile baltimore home mortgage. se volete contattarmi e magari posso tenere un discorso presso la vostra associazione di cui ancora faccio parte sarei molto contento per spiegare e magari collabborare con qualche ciclista che voglia fare una bici solare elettrica il mio numero e’ 3930861103

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