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Sto pensando di adottare un nuovo taccuino di appunti. Un taccuino speciale per trascrivere solo ed esclusivamente le buone prassi ciclistiche. Nulla di rivoluzionario, nessun intento politico o enciclopedico da parte mia, sarebbe un semplice gesto privato: un modo per avere a portata di mano, cioè di occhio, delle notizie piacevoli da leggere quando ti trovi in attesa di qualcuno che arriva in ritardo a un appuntamento di lavoro (succede spesso, in Irlanda), o quando hai voglia di dare aria ai pensieri scuri che aleggiano sulla tua fronte come la classica nuvola di Fantozzi. Avrei già pronta una lista di notizie da includere in questo taccuino del buonumore. Sono qui, oggi, per segnalarne una che arriva, manco a dirlo, dai paesi di lingua anglosassone. L’ironia non è casuale, ma voluta per evidenziare la mia ripetuta sorpresa, il mio innocente sconcerto, nello scoprire che paesi tradizionalmente poco sensibili alle due ruote a trazione umana, come la Gran Bretagna e ancora di più gli Stati Uniti d’America, offrono ripetuti segnali di frizzante intraprendenza in favore del mezzo ciclistico. La notizia venne anticipata su ilikebike tempo addietro: era l’annuncio di un progetto, ora siamo al consuntivo. Nel corso degli ultimi tre anni la municipalità di Sutton, una zona di Londra dove vivono circa 185mila persone, ha mandato dei suoi emissari a svolgere un singolare servizio porta a porta. I funzionari hanno bussato alle case dei residenti per sapere da loro i modi in cui quotidianamente si spostano in città: se in auto, autobus, metropolitana o bicicletta. Soprattutto, però, l’iniziativa è stata pensata come servizio di consulenza per far capire quali sono i modi più efficaci, rapidi, economici ed ecologici per girare in città.

L’assunto di partenza era che i cittadini fossero poco informati sulle possibilità di muoversi con i mezzi pubblici e in bicicletta, e preferissero l’automobile sopra ogni altro mezzo di trasporto. Così dicevano le statistiche esistenti. Ebbene, al termine dei tre anni del progetto, che è costato circa 3 milioni e mezzo di euro e ad ha avuto varie ed ulteriori articolazioni, tra cui iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e negli ambienti di lavoro, è stato registrato un aumento del 50 per cento nell’utilizzo della bicicletta. C’è stato anche un aumento del 13 per cento nell’utilizzo dell’autobus. Ed è diminuito del 6 per cento il numero dei viaggi compiuti in auto dai genitori per portare o andare a prendere i figli a scuola. Non c’è nulla di romatico o idealista in azioni come questa, sono dettate dal senso pratico di una politica che guarda oltre l’immediato, e anticipa i cambiamenti nel medio e lungo termine. Usando le parole del presidente della London Cycling Campaign, Koy Thomson: “Se continua così, entro il 2025 Londra avrà 800mila nuovi cittadini. Non possiamo permetterci di investire nel trasporto pubblico e in nuove strade, dobbiamo portare più persone ad usare la bicicletta. Una città ciclabile è una città più civile e una città riconquistata”. Informazioni sulla municipalità di Sutton cliccando QUI

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