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Il danno e la multa

Stamattina presto me ne andavo per piste ciclabili a Bologna, il che richiede una bella determinazione, perchè per la maggioranza sono delle gimcane da farti uscire matto. Voi direte, ma non hai di meglio da fare? E io vi dirò che lo dovevo fare per forza, per finire di preparare il mio pezzo dell’ennesimo (quest’anno è il 5°) Libro Bianco sulle piste, a cura della Consulta bolognese per la bicicletta, previsto in uscita a metà settembre.
A parte i commenti generici già espressi in apertura non anticipo nulla di quel che ho trovato (o non trovato) per non rovinarvi il gusto di leggere il libro. A un certo punto però ho incontrato un altro ciclista, un signore di mezza età con una magliettina sportiva e una bella bici nuova, l’ho fermato e gli ho chiesto un’informazione. Lui gentilissimo me l’ha data e poi abbiamo fatto due chiacchiere, cose che capitano tra ciclisti. Dopo un po’ il signor Mauro mi ha raccontato una storia che voglio condividere.
In sostanza, dopo una notte passata all’ospedale per assistere il babbo infermo, Mauro rientrava a casa all’alba quando, su ponte San Donato, è stato agganciato, insomma investito, da un altro ciclista, uno straniero che andava a tutta a birra e che non si è assolutamente fermato dopo lo scontro, nel quale evidentemente il solo danneggiato era Mauro. Quella che si è fermata, con stridio di freni e a un metro da lui, sdraiato in mezzo alla strada, è stata invece una volante della polizia, che a quanto pare stava correndo dietro al ciclista investitore. I poliziotti sono scesi e, convinti che lui fosse quello che cercavano, hanno chiesto i documenti e lo hanno identificato, mentre lui spiegava l’accaduto.
Dopo un po’ hanno capito che avevano davanti un qualsiasi signore bolognese ammaccato e dolorante e hanno chiamato i vigili per i rilievi del caso. Beh, questi non gli hanno fatto una contravvenzione perchè invece di percorre la pista lui stava sulla strada? Morale, anche se le piste fanno schifo (e quella del ponte di San Donato se non fa schifo poco ci manca, è una striscia screpolata di asfalto larga mezzo metro su un marciapiede largo il doppio), se ci sono le dovete fare per forza, perché se non le fate rischiate di beccarvi pure una multa…
Viva Bologna e viva l’Italia!

0 Comments

  1. Ho i brividi a rileggere il racconto. Ne traggo un invito accorato a NON UTILIZZARE PISTE CICLABILI INAFFIDABILI, ovvero buona parte delle piste ciclabili di Bologna, in particolare quella del Ponte di San Donato! I manuali per la realizzazione di piste ciclabili sono concordi nel promuovere la “convivenza” di bici e auto sulla sede stradale, anziché concentrarsi su costosissime piste ciclabili distanti dalla strada, magari deserte e/o prive di manutenzione; inoltre io consiglio di: – mantenere una distanza di 1 metro circa dal ciglio stradale (quando possibile e di certo non su strade di scorrimento) – rendersi visibili sia di giorno che di notte, – bici perfettamente funzionante.

  2. Il punto è complesso: è vero come ricorda Bibi che il codice della strada impone di circolare sulla pista ove questa esiste, è altresì vero che il regolamento nazionale per la costruzione delle piste ciclabili vigente dal 2000 (v. http://www.fiab-onlus.it/tecpist.htm) all’articolo 7 dà delle misure minime di 1,5 m di larghezza, riducibile a 1,25 se la pista è due sensi (quindi larga complessivamente 2 m e mezzo).

    Le piste (meglio definirle strisce) realizzate sui marciapiedi dei ponti S. Donato e più di recente Stalingrado (o Mascarella se preferite) non rispettano queste misure. Non si è voluto intervenire sulla larghezza dei marciapiedi limitando gli interventi alla stesura di un po’ di vernice. Il Comune di Bologna dovrebbe fornire qualche spiegazione in merito, credo.

    Quindi se capita di essere multati, si dovrebbe subito far ricorso al giudice di pace predisponendo una misura della larghezza della “pista” e allegando delle foto che ne documentino lo stato. Inoltre la presenza di una pista ciclabile (come mi è capitato di verificare personalmente in questi giorni) è spesso mal segnalata o addirittura non segnalata per niente. Questo può indurre il ciclista in errore ed è un altro motivo da utilizzare per eventuali ricorsi.

    vittorio

  3. Ma il fatto che il ciclista che ha investito il nostro Mauro fosse uno straniero lo si è capito dal fatto che gli cigolava la catena?

  4. l’atteggiamento dei vigili ( e di conseguenza del comune) nei confronti dei ciclisti è scandaloso, ringrazio Vittorio per la delucidazione sulla larghezza piste e attendo con ansia la tradizionale pedalata di settembre dove vengono mostrate le “piste ciclabili” realizzate durante l’anno .

    Chissa se per l’occasione il ponte posato a febbraio ( e costato più di 2 milioni di euro) sarà aperto

  5. questa storia ha del ridicolo……..comunque complimenti per il sito ….e’ cosi’ pieno di …….bicicletta!!!!!

    p.s.. qui a Roma il pericolo di quel tipo di multa …purtroppo non la rischiamo (a piste ciclabili siamo ancora messi male!)

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