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Berlino tra biciclette e incidenti

Nel corso del 2007, a Berlino, il traffico cittadino ha provocato la morte di 14 ciclisti (su 56 vittime sulle strade). Il numero è sorprendente se si pensa alla fama – comunque meritata – di città amica della bici che la capitale tedesca si è guadagnata nel tempo e lo è ancor di più se si tiene conto che il numero di decessi tra i ciclisti nel 2006 era stato di 9. Il numero di incidenti gravi che hanno coinvolto biciclette è aumentato di poco, da 512 a 525. Va subito detto che, da alcuni anni, è in costante aumento il volume di traffico in bicicletta: attualmente copre il 12 per cento del volume di traffico veicolare complessivo e l’amministrazione pubblica lo intende portare al 15 per cento entro il 2010. Il numero di incidenti che coinvolgono biciclette è meno del 6 per cento del totale. I dati sono stati resi noti dal capo della polizia berlinese in occasione della presentazione delle statistiche degli incidenti nel traffico urbano. Le statistiche sono un oggetto delicato, da maneggiare con cautela, sono un po’ come il pongo, che puoi modellare a tuo piacere, almeno nelle sintesi destinate all’opinione pubblica.

In base ai dati si potrebbe pensare che le strade della città sono pericolose, oppure che circolare in bici è così incoraggiante che i ciclisti sfidano i mezzi motorizzati in tutti gli spazi, finendo talvolta per rimetterci le penne. Non è così. E’ interessante riflettere sulla ciclabilità di questa città di tre milioni e 400mila abitanti (più una quantità incalcolata di stranieri/artisti/studenti/residenti senza residenza) composta da molte aree urbanisticamente e culturalmente distinte.

Innanzitutto, va detto che a Berlino le corsie ciclabili sono diffuse e ben indicate, ma non ovunque. Grandi viali nevralgici come Unter der Linden o Kurfuersterdamm, per esempio, difettano di corsie ciclabili, obbligando il ciclista a confrontarsi con auto, autobus, taxi e corriere, senza dire dei camion. Questa situazione è ancora più marcata in alcune periferie.

Ma perché si muore in bici in una città come Berlino? Una buona percentuale degli incidenti mortali dei ciclisti avviene per colpa di camion che girano a destra senza dare precedenza alle biciclette che transitano alla loro destra, spesso su una corsia riservata e segnalata. Cinque decessi su quattordici sono stati colpa di questi eventi. La Allgemeiner Duetscher Fahrrad Club (ADFC), l’associazione che conta a Berlino più di 10.000 iscritti e compie un lavoro tenace per promuovere l’uso della bicicletta in città, ha lanciato una campagna contro il Toter Winkel, l’angolo morto (o angolo cieco, in italiano). E’ la visuale interrotta del guidatore che svolta senza rendersi conto che dei ciclisti stanno andando per la loro strada. In alcuni viali sono comparse allora vie ciclabili nel mezzo della carreggiata, alla sinistra delle vetture che intendono svoltare a destra. Le prime volte che le utilizza danno al ciclista una sensazione di essere esposto a pericoli ma in verità lo proteggono dall’angolo morto. Quattro dei deceduti nel 2007 avevano tra i 73 e gli 84 anni e sono stati vittime di incidenti dalle cause non chiare. Paradossalmente, questo dato dimostra che anche gli anziani vanno in bici, il che è cosa rara nelle grandi metropoli.

L’esperienza quotidiana del ciclista urbano a Berlino rivela che non sempre è facile circolare in bici, ma anche che in bici si puo’ andare veramente ovunque in breve tempo. Vi sono dei messaggi contraddittori. Soprattutto nelle zone centrali, quelli più giovanili e “di tendenza”, molti ciclisti sono spericolati e si irritano se qualcuno procede a velocità moderata sulla corsia ciclabile. Arrivano in bomba magari imprecando o suonando il campanello per avere strada libera. Sono gli stessi che attraversano col rosso e fanno lo slalom sui marciapiedi impaurendo i pedoni. Tali “ciclo-ribelli” sono una minoranza ma esprimono un atteggiamento più diffuso di quanto si pensi. Riproducono in bicicletta la sensibile aggressività di molti automobilisti e motociclisti tedeschi, pronti a sgommare appena scatta il verde e a far sentire il rombo delle loro Bmw agli utenti più deboli della viabilità cittadina. In fondo, questo è il paese senza limiti di velocità sulle autostrade… Forse anche gli atteggiamenti giocano un ruolo per spiegare il numero di incidenti, ma meglio non dirlo ad alta voce.

Max Mauro

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