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La bicletta secondo Virginio Merola

1- Il suo programma prevede un piano pedonale e ciclabile per Bologna?

Partiamo dalle scelte di fondo. In questi giorni ho indicato quattro grandi obiettivi programmatici per la città: Bologna cambia con i giovani; cambia curando sicurezza e solidarietà; cambia con nuovi diritti civili e sociali; l’ultimo è intitolato Bologna cambia con uno sviluppo sostenibile. Al suo interno, uno dei punti fondamentali è proprio quello della mobilità eco-compatibile, e cioè, anzitutto, l’idea di una Bologna che cammina e pedala.

Penso ad un sistema della mobilità basato sull’affermazione di un principio chiaro: al primo posto si trovano il pedone e il ciclista, mentre il trasporto privato motorizzato deve lasciare il passo alle esigenze di trasporto pubblico e alle modalità a basso impatto ambientale. Questa impostazione, tra l’altro, è già stata fatta propria dal nuovo ”Piano Strutturale Comunale”, approvato dal Consiglio comunale su mia proposta come Assessore all’Urbanistica.

2- Come pensa di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti da traffico in città?

All’interno del centro storico medioevale va confermata e sviluppata ulteriormente la strategia di limitazione del traffico veicolare (SIRIO), come opportunità di tutela dell’ambiente e della salute, di sviluppo delle relazioni sociali tra le persone e di valorizzazione del tessuto economico, di promozione di un modo diverso, più lento e gradevole, di vivere la parte storica della città.

Nel prossimo mandato penso sia necessario proseguire nell’attuazione dello storico (quanto tempo è trascorso dal referendum del 1984!) progetto di ciclo-pedonalizzazione della Zona Universitaria avviato finalmente da questa Giunta, avendo cura di accompagnare le restrizioni con investimenti in politiche di riqualificazione urbana e collaborazione con il ricco tessuto culturale e commerciale.

D’altra parte, dobbiamo cominciare a entrare nell’ottica di “spostare” e “moltiplicare” i centri della città, perché ciascuno possa stare bene con gli altri anche senza necessità di spostarsi sempre nel centro storico: nelle situazioni di vicinato all’esterno delle mura vanno create vere e proprie “centralità periferiche”, quali unità di base di aggregazione sociale e di eco-sostenibilità urbana. È necessario generalizzare progressivamente la soluzione delle Isole Ambientali o Zone 30, in cui, attraverso una riqualificazione dello spazio pubblico, viene da un lato resa sicura la mobilità degli utenti deboli (pedoni, ciclisti, bambini, anziani, persone con difficoltà motorie), dall’altro stimolato l’incontro nei luoghi più identitari (anche come modalità partecipata di presidio del territorio).

Chiude il quadro strategico, un forte investimento nel trasporto pubblico, inteso sia come potenziamento e filoviarizzazione delle attuali linee di autobus, sia come realizzazione di sistemi di trasporto di massa su ferro, in ambito urbano (metrotramvia) e metropolitano (SFM).

3- Pensa che la mobilità sostenibile si possa (si debba) finanziare con multe e piani sosta?

Certamente sì, e in parte è già così anche per una forte volontà politica dell’attuale Amministrazione: nel 2007, ad esempio, il 92% degli introiti dalle contravvenzioni è stato riutilizzato per la mobilità e la manutenzione della città. Penso che la maggior parte delle risorse derivanti dalle multe per violazioni del Codice della Strada debba essere reinvestita in interventi di manutenzione e messa in sicurezza di strade, marciapiedi e piste ciclabili, potenziamento del trasporto pubblico esistente, riqualificazione urbana della aree pedonali. Questa scelta deriva anche da una forte ragione simbolica: è giusto che chi non rispetta le regole, spesso mettendo a rischio l’incolumità degli utenti deboli della strada, risarcisca la collettività finanziando progetti per incentivare chi si muove a piedi e in bicicletta.

4- La ripartizione modale del traffico a Bologna è fortemente sbilanciata verso l’uso privato dell’auto. Che percentuale di spostamenti in bicicletta ritiene possano essere raggiunti da Bologna nel corso dei prossimi 5 anni?

Aver investito 3,5 milioni di euro, passando da 77 a 110 km di piste ciclabili in quattro anni, è molto rispetto al nulla della precedente amministrazione, ma non è abbastanza. Perché Bologna sia sempre più una “città amica della bicicletta”, dobbiamo migliorare la quantità e qualità dei percorsi ciclabili. Penso ad un nuovo modello di mobilità ciclabile, caratterizzato da alcune parole-chiave.

– Attrattività: l’uso della bicicletta deve essere promosso tramite un’azione di marketing e diventare conveniente rispetto ai mezzi motorizzati (per tempi di spostamento, facilità di parcheggio, etc…);

– Connessione e riconoscibilità: l’insieme delle piste ciclabili deve evolvere verso una rete organica a livello urbano e che guarda all’esterno nel rapporto con il territorio metropolitano, e deve essere il più possibile continuativa ed evidenziata in modo efficace sia per il ciclista sia per gli altri utenti;

– Sicurezza: occorre limitare al minimo i percorsi promiscui col traffico motorizzato, ma anche con i pedoni, creando ove possibile piste ciclabili dedicate, nonché porre particolare attenzione nella progettazione delle rotatorie;

– Diffusione: in centro, dove le dimensioni delle strade non consentono la creazione di piste, bisogna procedere verso una mobilità ciclabile diffusa, che si dipana lungo le strade meno trafficate grazie a politiche di ciclo-pedonalizzazione di ampie aree strategiche.

Questa strategia complessiva può portare progressivamente ad un significativo aumento del tasso di utilizzo della bicicletta negli spostamenti urbani, sia occasionali che sistematici (casa-luogo di studio o lavoro), anche in un’ottica di intermodalità e interscambio col treno, il bus, l’auto.

5- La saggezza ciclosofica dice: “Per far bene alla bicicletta bisogna andare in bicicletta”: si impegna  a usarla, durante i suoi spostamenti quotidiani?

Credo che andare in bicicletta, o comunque spostarsi con altre modalità a basso impatto ambientale, alla luce dei mutamenti climatici globali in atto debba sempre più diventare una parte importante del moderno stile di vita eco-compatibile praticabile a livello locale da tutti i cittadini. La promozione dell’uso delle due ruote, che non inquinano l’ambiente e fanno bene alla salute, passa attraverso una nuova coscienza culturale collettiva prima, un forte cambiamento in senso sostenibile delle nostre abitudini consolidate, poi.

Non solo l’Amministrazione Comunale, ma anche le persone che in essa lavorano e hanno incarichi di responsabilità di governo della comunità, possono e debbono essere i primi a dare il buon esempio: per questo ho proposto che siano eliminati i parcheggi per i consiglieri comunali nel cortile di Palazzo d’Accursio; per questo già oggi non mi servo mai del servizio di auto blu e utilizzo spesso l’autobus per muovermi in città; per questo, propongo di dotare il Comune di una flotta di biciclette, che organi politici e tecnici, a cominciare dal Sindaco, possano usare quotidianamente in modo compatibile con gli impegni istituzionali.

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