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La bicicletta secondo Andrea Forlani

1- Il suo programma prevede un piano pedonale e ciclabile per Bologna?
Prevede la chiusura progressiva del centro storico alle auto private, sulla base di un progetto discusso e confrontato con tutti i soggetti interessati (dai residenti agli operatori economici)  e il raddoppio delle piste ciclabili entro la fine di mandato.

2- Come pensa di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti da traffico  in città?
Il punto principale è diminuire l’uso delle automobili con 1-2 persone soltanto all’interno, spostando la mobilità cittadina su i mezzi pubblici, le bici, i motocicli, il car sharing, il car pooling, i taxi. Il servizio ferroviario metropolitano, priorità numero 1 del mio piano sulla mobilità, limita le auto che arrivano in città. L’introduzione di bus privati potenzia la mobilità pubblica oltre a quelli dell’ATC. Inondare di bici pubbliche finanziate da sponsor privati, come ha fatto Parigi, permette ai cittadini di avere in meno di 3 minuti a piedi, una bici a disposizione per spostarsi velocemente da un punto ad un altro della città, senza poi essere legati alla bicicletta se vogliono poi prendere un altro mezzo pubblico. Il car sharing può essere potenziato se tutte le auto pubbliche (comune, controllate, provincia) diventano parco auto a disposizione dei cittadini, oltre che degli stessi soggetti pubblici. L’uso di car pooling, fino all’uso di bus ad hoc per aziende può funzionare se il comune diventa protagonista dell’organizzazione.

In pratica la soluzione del problema dell’inquinamento  passa attraverso l’uso di un mix di soluzioni che si adattino alle diverse esigenze dei cittadini.

3- Pensa che la mobilità sostenibile si possa (si debba) finanziare con multe e piani sosta?
Il comune di Bologna ha incasserà nel 2008 circa 30 M€ in multe e 1,9M€ dai parcheggi. Io penso che le multe non debbano essere una sorgente per il bilancio ma uno strumento per educare i cittadini a seguire le regole. L’uso di parcheggi a pagamento è invece una buon policy, ma deve essere agevole per i cittadini trovarli liberi e avere in un raggio di 3 minuti a piedi sufficienti mezzi pubblici per andare ovunque in città. L’obiettivo quindi dovrebbe essere avere entrate nulle dalle multe e cittadini che seguono le regole. Questo significa comunicare in maniera efficace le regole, educare fin dalle scuole ad un uso intelligente dei mezzi di comunicazione. Il finanziamento per la mobilità dovrebbe venire, nell’ordine:

1. Dal CIPE, che finanzia la creazione di infrastrutture (Metro, Civis, People Mover dovrebbero tutte essere finanziate in larga parte da questa sorgente)
2. Dalla fiscalità generale applicata a tutti i cittadini. Questo rende l’uso dei mezzi privati un doppio costo per i cittadini, visto che hanno già in parte pagato tramite le proprie tasse per i mezzi pubblici
3. Dai ticket per le entrate nelle zone limitate al traffico (modello Londra).
4. Dai biglietti pagati da chi utilizza i mezzi pubblici
5. Dagli sponsor che permettono di introdurre centinaia di bici ad uso pubblico
6. Dalla fiscalità pubblica per sostenere il car sharing

4- La ripartizione modale del traffico a Bologna è fortemente sbilanciata verso l’uso privato dell’auto. Che percentuale di spostamenti in bicicletta ritiene possano essere raggiunti da Bologna nel corso dei prossimi 5 anni?
L’uso delle biciclette dipende dalle infrastrutture per il loro utilizzo in città, ma altrettanto dalle abitudini dei cittadini. Amsterdam è una città in cui l’uso della bicicletta è diventata uno standard. Bologna deve, soprattutto per la sua struttura di città medievale, con strade strette e portici diffusi, trasformarsi in una città a misura di uomo e non di automobile. Possiamo quindi prevedere e prendere impegni sulle infrastrutture e sul grado di impegno e comunicazione verso l’educazione dei cittadini, ma non possiamo prevedere quanto questi poi utilizzeranno le infrastrutture.

5- La saggezza filosofica dice: “Per far bene alla bicicletta bisogna andare in bicicletta”: si impegna  a usarla, durante i suoi spostamenti quotidiani?
Da un paio di anni mi sono trasferito, con la mia famiglia, a Castel San Pietro: la mia compagna è medico nella struttura di Montecatone e, avendo tre figli, abbiamo cercato di trovare una soluzione più comoda per lei. Mi sono, perciò, “sacrificato” io che, ovviamente, lavoro a Bologna. In questo tratto dico la verità: non uso nè userò la bicicletta… Per quanto riguarda i miei spostamenti a Bologna (specie fra la sede del  Quartiere e quella del Comune) utilizzo, quando posso, una delle biciclette in dotazione pubblica, così come uso volentieri tale mezzo di trasporto durante il mio tempo libero e le vacanze. Così continuerò a fare.

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